Back to All Events

Marco Balzano presenta "RESTO QUI" #montagnalibri365

8448196_3025092.jpg

DOMENICA 25 MARZO ore 17.30
Spazio Archeologico del Sas, Piazza Cesare Battisti (Trento)

In anteprima regionale per il Trento Film Festival, lo scrittore MARCO BALZANO presenta “RESTO QUI” (Einaudi, 2018) il suo ultimo meraviglioso romanzo ambientato a Curon in Val Venosta. in dialogo con Fabrizio Franchi, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto-Adige.

“Se per te questo posto ha un significato, se le strade e le montagne ti appartengono, non devi aver paura di restare”. 

Un campanile che emerge appuntito dall’acqua, tanto affascinante e surreale da sembrare un fotomontaggio. Invece è ciò che rimane di Curon, paesino in Val Venosta al confine fra Austria e Svizzera, sommerso nel 1950 per la costruzione di una diga. il Premio Campiello Marco Balzano, scrittore e insegnante milanese, è partito proprio da questa immagine per il suo nuovo romanzo.

“Non credo ai colpi di fulmine, né in amore né nella scrittura. Però quando ho visto quel paese sommerso ho subito avuto la certezza che avevo davanti una storia, e non desideravo altro che capire se avrei saputo raccontarla. Così ho iniziato a studiare, sono andato a parlare coi pochi testimoni di quella vicenda e più imparavo, più mi rendevo conto che l’Alto Adige è come lo specchio di quel lago: sotto la calma apparente ribolle il tumulto. La distruzione del paese è stato l’ultimo atto di un lungo periodo violento che ha riguardato non solo Curon, ma tutta la regione. Lì, nel 1921, con la marcia su Bolzano, è iniziato il Ventennio, lì dopo l’8 settembre è arrivato Hitler, lì è scoppiato il primo terrorismo. Ed è lì che dovremmo andare a fare i conti per riflettere su cosa sono il fascismo, l’identità, l’unità d’Italia, il progresso e ciò che di drammatico quasi sempre implica per il paesaggio e le persone: tutto questo – sotto le montagne verdeggianti, i vasi di gerani in bella mostra sui balconi, l’ordine dei borghi – è l’Alto Adige. È un posto che ci riguarda e che parla di noi.”

«Le pagine del disertore in fuga, che prende per mano la moglie e con lei sale la montagna per cercare di raggiungere il confine svizzero, sono le più forti del romanzo» (Paolo Di Stefano, «La Lettura – Corriere della Sera»).

Balzano ha dato vita ad «un romanzo che ha il pregio di crescere di capitolo in capitolo. Come succede con i narratori di talento. Benché ambientata in altra epoca, la storia parla dei grandi tempi di oggi. Le frontiere, il migrare, i dissidi etnici, i soprusi del potere sulla gente comune, le pulsioni autoritarie. Il tutto in un lembo troppo spesso dimenticato del nostro estremo nord, stavolta specchio non solo dell’Italia ma dell’Europa delle scelte difficili» (Gigi Riva, «L’Espresso»).