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FIAMMETTA PALPATI presenta la Casa delle orfane bianche (Premio Campiello opera prima)

  • Caffé Nazionale Piazza della Chiesa Levico Terme, Trentino-Alto Adige, 38056 Italy (map)

LA CASA DELLE ORFANE BIANCHE; esordio narrativo di FIAMMETTA PALPATI, vincitrice del Premio Campiello opera prima.
PRESENTAZIONE CON L’AUTRICE SABATO 22 ore 18.00 al Caffé Nazionale (in piazza della Chiesa a LEVICO TERME).

in dialogo con la scrittrice EMANUELA CANEPA

Per aiutarsi reciprocamente tre donne di mezz’età decidono di ritirarsi in una casa di paese con le rispettive anziane madri, bisognose di assistenza. La convivenza, sulla carta, è un incastro perfetto: cosa c’è di meglio della rusticità dei bei tempi andati per dividere spese, pensieri, incombenze, e magari risanare quel legame intimo tra madre e figlia, di accudimento e amore, che al momento è invertito? Ma il nido si mostra assai presto per quello che è: un covo di immaturità, risentimento, egocentrismo e disperazione che sfocia in un tragicomico delirio collettivo: la casa si rivolta contro le inquiline e il loro desiderio, soffocandole tra immondizie, un cane infido e l’odore nauseabondo di una papera guasta. La situazione precipita quando arriva nella casa, teoricamente come badante, una suora fasulla e inferma, che si piazza in poltrona e pretende d’essere servita e riverita. Lo scompiglio che ne segue getta le protagoniste nello sconforto totale finché, come in ogni dramma che si rispetti, esse saranno costrette a smascherarsi, e a dichiararsi orfane bianche. Un piccolo miracolo profano si compie: ma nessuno guarisce, e la porta della casa delle orfane bianche si chiude su un lieto e bizzarro banchetto funebre, a base di uova tonnate e pizze di Pasqua. A fare da cerimoniere in casa, e assistere il lettore durante lo svolgersi di questo mistero pasquale, c’è un narratore in smoking: distaccato, compassato, divagante – un flâneur da sala piegato alla cronaca, o un videocronista con ambizioni letterarie – che si immerge sempre più intensamente nell’infelicità delle orfane bianche, a mostrare come quell’agnizione aspiri a essere una categoria poetica, prima ancora che una condizione psicologica.